Chi non ha desiderato, almeno una volta, di vedere una fata, un mago, un acrobata sul filo… oppure un angelo? Mercantia è una fiaba, dove gli artisti arrivano da molto lontano, dai quattro continenti, per esibirsi e partecipare al festival internazionale di teatro di strada, che ritorna ogni anno, nei giorni dell’abbondanza. Nelle tiepide notti del mese di luglio, si assiste ad un evento unico nel suo genere. Le piazze e i vicoli sono invasi da giocolieri, mimi, equilibristi, mangiafuoco, clown. Senza dimenticare il teatro di figura, di ricerca e performance, prosa e cabaret, la danza, le installazioni di arte contemporanea e le lavorazioni di artigianato dal vivo, molto pubblico e buon cibo. Il tutto racchiuso nella meravigliosa location del borgo medievale di Certaldo Alto.
Situato al centro della Valdelsa, di origini etrusco-romane, Certaldo è il paese che ha dato i natali a Giovanni Boccaccio. Ma la caratteristica artistica e architettonica principale, che l’ha reso noto e famoso in Europa, è la perfetta conservazione del tessuto urbanistico medioevale, rimasto identico come allora, con le sue vie strette e le piccole piazze sparse qua e là.
In questi giorni il paese si trasforma, divenendo una sorta di borgo sospeso, dove tempo e spazio si mescolano attraverso gli incanti e gli spettacoli dei numerosi e bravissimi artisti che si esibiscono. L’idea poetica di Alessandro Gigli, direttore artistico, è da sempre quella di creare uno spazio aperto, un punto di incrocio in cui potersi liberare e sognare ad occhi aperti. Il festival è stato definito un Quarto Teatro, con l’intento di superare le etichette di genere e con il desiderio di esplorare una quarta dimensione, fatta di magia e rinnovamento.
Cinquecento artisti di strada, novanta compagnie teatrali, da tutto il mondo, e quaranta spazi per oltre cento spettacoli al giorno, un totale di circa 60.000 persone stimate che transitano a Certaldo: questi i numeri di Mercantia.
Un festival, che più che una rassegna è una “festa degli incontri”, di artisti che si ritrovano, di pubblico che qui si sente ospite, un evento abbondante e rituale, rigenerante, che celebra l’umanità tramite il teatro e alla quale ogni anno chi pratica o semplicemente segue questi spettacoli, non vuole e non può mancare.
Un altro importante aspetto di questo evento, consiste nella partecipazione attiva dei suoi innumerevoli spettatori, invitati a farsi coinvolgere e a perdersi nei luoghi che preferiscono, senza obblighi di orari e di biglietti ulteriori a quello d’ingresso. Non è raro che venga chiamato qualcuno dal pubblico come assistente e partecipante di uno spettacolo e, fidatevi, è sempre un’emozione che va ben oltre il primo momento di imbarazzo.
Un’immensa quantità di persone con il compito difficile di scegliere gli spettacoli a cui partecipare e le strade da percorrere. Il rammarico è sempre lo stesso: assistere a una performance con la consapevolezza di perderne altrettante in giro per il paese, nascoste all’interno di giardini segreti o cortili, tanto è vasto il programma. Impossibile vederle tutte, visto che in una serata se ne contano più di 80.
Nel frattempo, su e giù per le strade del paese, sfilano creature fantastiche e moltitudini di artisti sui trampoli, vestiti da nuvola, che invitano lo spettatore a percorrere con loro un viaggio nel mondo dei sogni.
Da lontano si scorgono palloni bianchi fluttuare sopra la testa delle persone, e bolle di sapone sparse ovunque, in terra invece una miriade di biglietti bianchi con frasi e pensieri scritti da bambini.
Ai lati delle strade e a tutti i vicoli, banchi di artigiani di ogni tipo: lavorazioni in pelle, lampade coloratissime, maschere in cuoio con soggetti fantastici, talvolta spaventosi, libri, cappelli e molto altro ancora…
Una città in festa, un evento unico, a cui non mancare.
“Ancora una volta lucidiamo le nostre clave e i monocicli e sputiamo il fuoco, noi portatori di pace, innocenti e graffianti fanciullini che giocano al teatro e riempiono le piazze, mentre altre cattedrali restano vuote, noi continuiamo a ballare e far sentire la nostra voce! Non c’è teatro a Mercantia, c’è vita, il teatro è solo una esplosione dell’energia vitale che scorre nell’arterie e nelle strade del Festival.”
Alessandro Gigli